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La vita comincia a 50 anni, anzi dopo. Mai smettere di credere in se stessi

giuseppe Crippa

Pubblicato in data: 09/01/2023

Prima di tutto auguri di cuore a tutti, e vi auguro un 2023 fantastico. Se lo sarà ? Beh questo dipende solamente da Voi.

Sapete chi e’ quel Signore della foto? No vero, anche io l’ho appena scoperto e la sua storia mi ha appassionato subito, perché sembra davvero una favola.

Si chiama Giuseppe Crippa, ancora non ci siamo ? Se vi dicessi che ha 87 anni? Da non credere sembra 20 anni più giovane, ma non e’ per questo che ho inserito la sua foto, perché questo non è un articolo sulla vita sana e su come invecchiare bene, questo è un articolo per dare fiducia a tutti noi nel futuro, per dirla con Ralph Carpenter : non è finita finche’ non è finita.

Secondo Forbes Giuseppe Crippa e’ il dodicesimo italiano più ricco, e fino a qui non c’è nulla di strano la dodicesima posizione doveva pure occuparla qualcuno, ma se quel qualcuno ha 87 anni la storia diventa molto più interessante. In breve la sua storia è questa, lavora alla Microellectonis per 30 anni, nel 1995 va in pensione . Ha 60 anni e non pensa di passare il resto della vita a giocare a carte o a golf o al bar, ha sempre voluto avere una sua azienda e ora a 60 anni decide di fondarla. L’azienda che fonda si chiama Technoprobe ,

All’inizio sono lui la moglie il figlio e 2 dipendenti, ma nel corso degli anni l’impresa familiare si allarga, aprendo 11 sedi in tutto il mondo, di cui tre in Italia (ad Agrate, Catania, Osnago), oltre che in Francia, Germania, Stati Uniti, Singapore, Filippine, Taiwan, Corea, Giappone e Cina.

Technoprobe ha inoltre tre centri di sviluppo, e conta al momento 2.300 dipendenti, che Giuseppe Crippa riconosce essere al centro del suo successo. Dato il grande potenziale dell’azienda, inoltre, è previsto un massiccio piano di assunzioni (si stima almeno 1500 per coprire i bisogni dell’azienda).

E sapete come ha reagito quando gli hanno chiesto se sa di essere il dodicesimo uomo più ricco al mondo? A si l’ho letto su Forbes settimana scorsa. Dicono che in tasca abbia 10€.

Perché per lui non contano i soldi e forse per quello che ne ha tanti, ma contava realizzare un sogno, dimostrare al mondo che la sua idea era buona, e non ha mai smesso di crederci, perché avere un azienda tutta sua era una sogno che prima per vari motivi non aveva potuto realizzare, ma quando si e’ presentata l’occasione ha AGITO.

Quindi come è diventato il 12 uomo più ricco al mondo? Aveva un sogno, parte sempre tutto da li, avete presente il famosissimo I HAVE A DREAM? Che presa quella frase, non avrebbe sicuramente avuto lo stesso impatto se Martin Luter King avesse detto I HO UN PROGETTO…

Parte tutto da un sogno, ma servono anche competenze, servono le persone giuste, serve agire non farlo rimanere un sogno , serve coraggio (Crippa si e’ giocato tutta la liquidazione investendola nella sua impresa) serve soprattutto dire non è finita fino a quando non è finita, e poi tanta tanta tantissima tigna (caparbietà insistenza, persistenza) , e credere in se stessi.

Noi quando nasciamo abbiamo un mondo che ci apre migliaia di porte, possiamo potenzialmente fare ed essere qualsiasi cosa, poi cominciamo a invecchiare, e le porte si chiudono una dietro l’altra, arriviamo e questo soprattutto noi maschietti alla soglia dei 50 e ci si chiude anche la porta di casa 🙂

Entriamo in una specie di depressione fortissima. Una delle frasi che sentivo soprattutto durante la pandemia era : Io ho fatto questo mestiere per tutta la vita e non so fare altro se la mia azienda dovesse fallire sarei finito , insomma l’essenza del volersi misurare e mettere in gioco.

Per questo dobbiamo tutti essere felici quando leggiamo storie come quella di Crippa, e farci ispirare da lui, altro che sono finito, sono iniziato 🙂

Non tutti abbiamo le capacità del Sior Giovanni, e non tutti possiamo diventare i dodicesimi nella classifica di Forbes, ma tutti abbiamo il dovere di combattere, di sorridere alla vita di tirare fuori il meglio di noi, e se non saro’ un industriale con conti a non so neanche io quanti zeri, magari riusciro’ ad avere un ristorantino con le migliori punjene  paprike, va bene lo stesso, basta che facciamo qualcosa che ci realizzi e ci faccia stare bene.

Infine dobbiamo ricordarci per citare uno dei miei scrittori preferiti Gabriel Marquez : non siamo troppo vecchi per amare, ma diventiamo vecchi perche’ abbiamo smesso di amare.

E ora vado a scrivere la ricetta perfetta per le punjene paprike

Mate Sirinic